La sfida eurasiatica della Russia

La sfida eurasiatica della Russia

Il 4 luglio si è tenuto a Milano un incontro organizzato dall’Associazione culturale Lombardia Russia dal titolo “La sfida eurasiatica della Russia”. Relatore d’eccezione: il sociologo, politologo russo, presidente del movimento per l’Eurasia, professor Aleksandr Dughin.

La tematica appare quanto mai attuale: la Russia, in seguito alla crisi ucraina si trova sottoposta ad una forte pressione da parte dell’Occidente. La Russia viene accusata di fomentare la guerra civile in Ucraina, d’aver occupato illegalmente la Crimea. L’onorevole della Lega Nord Claudio D’Amico, che come osservatore dell’OSCE, era presente in Crimea durante il referendum che ha sancito l’indipendenza della penisola, ha sottolineato, invece, il modo assolutamente pacifico, legittimo, attraverso il quale il popolo della Crimea, in base al diritto dell’autodeterminazione dei popoli, con uno straordinario plebiscito, ha espresso la sua volontà di ritornare tra le braccia della Russia.

In questi tempi assistiamo ad una contrapposizione tra l’Eurasia e l’Occidente, non tra Eurasia e Europa (se si esclude quella americanizzata o post-moderna), in quanto secondo Dughin: “L’Occidente non è Europa, l’Occidente è il concetto dell’individualismo assoluto che ha trovato la sua manifestazione più completa nella società americana. L’Europa colonizzata culturalmente, geopoliticamente, strategicamente dagli Stati Uniti, ha perso la sua identità le sue radici”. L’Eurasia si presenta oggi, quindi, come una proposta di civilizzazione alternativa a quella occidentale contemporanea americano-centrica. È un concetto che ripropone il “vecchio mondo” in contrapposizione al “nuovo mondo”, ad una modernità assolutizzata e senza radici si contrappone una modernità con le sue radici, quella del vecchio mondo russo e europeo.

Punto focale di questa riflessione filosofica sta nel fatto che l’uomo non è universale, ma è differente, pluralistico. L’uomo come individuo puro non esiste è solo un concetto, un concetto nichilista, che gli americani vogliono imporre con la forza a tutta l’umanità. È da questa presunzione razzista e americano-centrica che nascono i conflitti attuali. In effetti, mondialismo e globalismo si basano sull’individuo vuoto, puro; la globalizzazione vuole trasformare tutte le società in un universale omogeneo. La sfida dell’Eurasia va esattamente contro questo concetto, vuole essere l’affermazione della diversità antropologica, è anti-razzismo totale. L’Eurasismo ci invita ad accettare tutte le società, tutte le forme di cultura, la pluralità dell’uomo.

Come ha sottolineato Dughin, in Ucraina assistiamo a un conflitto tra l’universalismo liberal-americano incarnato nel governo di Kiev e la società tradizionale eurasiatica russo-ortodossa. Secondo lui l’eurasismo è “esplicitamente” l’ideologia dominante della Novorossia, dei suoi dirigenti e di coloro che lottano contro la giunta ultraoccidentale di Kiev che uccide vecchi, donne e bambini. La lotta contro queste forze è una “guerra santa euroasiatica”, anti-occidentale, ma non anti-Europa. Proprio per questo l’Euro-maidan di Kiev, secondo Dughin, dovrebbe essere ribattezzata America-maidan.

L’Ucraina è soffocata dall’ultranazionalismo, che non è vero nazionalismo perché il nazionalismo vuole una nazione forte e omogenea, e questa nazione esisteva prima di Maidan: un grande Paese, una popolazione prevalentemente tranquilla, assenza totale dell’irredentismo filorusso. I capi di America-maidan hanno montato una protesta contro una minaccia inesistente, contro i russi, che, fuori dall’Ucraina non avevano nessuna intenzione di entrare nel paese. I russi dell’Ucraina volevano solo conservare la loro autonomia culturale, non politica, nemmeno volevano una federazione: volevano solo la loro lingua! Gli ultranazionalisti di Kiev, soffocando questo sacrosanto desiderio identitario hanno determinato la fine dell’Ucraina come paese unitario. Tale fatto ci mostra quanto l’ultranazionalismo ucraino sia soprattutto una manipolazione geopolitica anti-russa da parte dell’Occidente. Il risultato di questa manipolazione è che ora gli ucraini odiano i russi senza una vera ragione. Ma, per gli ucraini, sarebbe meglio avere i russi come amici, proprio perché in Russia nessuno vuole distruggerli, sarebbe assurdo! Molti russi hanno nelle vene sangue ucraino, come molti ucraini hanno nelle vene sangue russo; russi e ucraini condividono le stesse tradizioni, le stesse radici, entrambi sono parte dello stesso popolo slavo.

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