Katechon e Antikeimenos, la battaglia geopolitica dello Spirito

Quella che è in atto non è una guerra cominciata poche ore, né un botta e risposta fra nazioni già in conflitto da anni. Stiamo assistendo ad uno scontro fra due visioni del mondo: da un lato, la visione postmoderna, tecnofluida, dell’impero materiale, della democrazia importata con le bombe, del dirittoumanesimo colorato che si rivela tirannia, dei big tech e dei big pharma, della distruzione delle identità e dell’asservimento delle masse alle élite oligarchiche di potere, il Great Reset; dall’altra, la visione che afferma l’autodeterminazione, la libertà, le identità di ciascun popolo, la Tradizione, i diritti ontologicamente fondati, l’indipendenza finanziaria, la politica volta al bene comune, il grande Risveglio. È uno scontro apocalittico, intrinsecamente escatologico, e non capire la portata metafisica di questa battaglia significa mancare il cuore di ciò che sta avvenendo.
Non si tratta, occorre ripeterlo, di una guerra di meri interessi, con da una parte l’Occidente atlantista che tenta, come da sempre ha fatto, di espandere il proprio impero e schiacciare i popoli liberi, in questo momento rappresentanti dalla Russia quale capofila di una piccola rimanenza nel mondo; non siamo nemmeno semplicemente davanti a due visioni politiche, una della tirannide liberale e l’altra del socialismo nazionale democratico; neppure, ancora, è una questione di sola storia e conflitto etnico; ci troviamo ad un bivio evolutivo per l’umanità intera, una tappa che segna già una presa di posizione ed un discernimento profondo fra coloro che sostengono e alimentano la involuzione del grande reset globalista e quanti, invece, si fanno pionieri di un nuovo mondo nel risveglio globale delle coscienze.
La confusione mefistofelica con cui avviene la comunicazione circa ciò che sta succedendo è tale da lasciare disorientati, ma anche questo serve, perché solo le menti più fini riescono a passare fra le maglie di questa rete che separa la crusca dal grano. È più col cuore che bisogna decidere da che parte stare, perché solo tramite esso il mondo può cambiare.
La Russia in questo momento rappresenta il baluardo contro l’egemonia dell’Occidente pervertito, che ha tradito le sue origini, la sua Fede, che ha soggiogato con la violenza, le guerre palesi ed occulte, la colonizzazione culturale e militare la maggioranza del globo. Assieme agli altri Stati che non si sono piegati ad alcun padrone politico e che hanno custodito la propria identità e tradizione, c’è una luce dall’oriente che nel tracollo della dualità di questo mondo si pone come contro-bilanciamento nella Storia e ci interroga a scegliere da che parte stare. Ex oriente lux, dicevano gli antichi, e proprio quella salvezza preconizzata la possiamo allegoricamente riconoscere in questo tragico momento.
Sia chiaro: non è con la guerra che si fa la pace. Nessuna guerra, di nessun tipo. La guerra è un atto che non può generare altro che guerra, prima o dopo, richiamando vendetta nello stesso sangue di quei popoli che la fanno e che la subiscono. Non è alimentando ancora questa gigantesca egregora che il mondo cambierà, da qualsiasi parte si decida di stare. Ciò che nutriamo vive, pertanto se continueremo a farci guerra il mondo non potrà fare altro che essere guerra.
Eppure, è proprio attraverso un conflitto su scala globale che, secondo i racconti escatologici delle diverse religioni, si instaura prima il regno del Male e poi trionfa il regno del Bene, è solo tramite il crollo totale di questo mondo così come lo abbiamo costruito che sarà possibile edificarne uno nuovo.
Tutto ciò che è stato predetto deve compiersi, ecco perché ci troviamo in mezzo ad un conflitto epocale, inevitabile per il varco fra due ere e due mondi come quello che stiamo oltrepassando. È la battaglia del Katechon contro l’Antikeimenos, e le sorti sono già scritte.
Foto: Idee&Azione