Astrazione e differenziazione in Julius Evola
Evola parla di arte astratta, ma per lui tutta l’arte – l’arte in sé – è astratta. A differenza della filosofia, della metafisica, della religione o della morale, l’arte è per Evola un campo astratto, una zona dell’astratto. O l’arte è astratta o non è. Davvero? Non è un’esagerazione? Qui dobbiamo far riferimento a qualcun altro. A Martin Heidegger, per la precisione. Filosofo dei filosofi, principe dei filosofi, filosofo per eccellenza (che, tra l’altro, Evola non capì né apprezzo; tuttavia, le omissioni dei grandi uomini chiedono di essere decifrate e comprese, mai condannate), Heidegger credeva che lo spirito avesse due vette – la filosofia e la poesia (più in generale, l’arte). Sono differenti: le persone che le hanno scalate vedono tutto in modo diverso, da diverse angolazioni. Eppure sono simili: si collocano entrambe molto al di sopra della valle degli uomini comuni. La filosofia opera con la ragione: a prescindere da come la tratta, dal suo essere più o meno inventiva, sta di fatto che si occupa solo di essa. La poesia, invece, ha a che fare con qualcos’altro… Verrebbe da dire “follia”, ma sarebbe prematuro, per quanto non così lontano dalla verità… Heidegger credeva che la filosofia si concentrasse sull’Essere. E l’arte? Cosa illuminano i suoi riflettori? Heidegger rispose: il sacro (Heilige). Forse è un indizio. Evola parla di “arte”, Heidegger di “sacro” e “follia”. Questa definizione comprende Arte astratta? Ne sono certo. È il massimo che si possa fare. L’arte per Evola è quella vetta, lontana dalla valle e dalla gente comune, in cui le cose si percepiscono in modo sovrarazionale, direttamente, per come sono, nella rugiada dorata del mattino di una pura e attiva follia aristocratica. Una follia sovrumana. Optando per l’arte, Evola sceglie il sacro. Lo vedremo confermato in tutto il suo lavoro futuro. In realtà, a prescindere dalle cose di cui si è occupato, il Barone ha sempre scritto sul sacro. Così come Heidegger, attratto dalla poesia, Evola, uomo del sacro, creatore d’arte sacra, d’arte reale, tendeva alla razionalizzazione e alla filosofia.