La caduta di Gerusalemme

Il 10 agosto 70 d.C., un evento molto importante ha avuto luogo per due religioni mondiali, il Cristianesimo e l’Ebraismo. In quel giorno le legioni romane dell’imperatore Tito fecero irruzione in Gerusalemme, difesa dai Giudei Zeloti che si erano sollevati contro il potere romano. I Romani sottoposero gli abitanti a una repressione brutale, uccidendo migliaia di persone, bruciarono la città stessa fino al suolo, e distrussero il Secondo Tempio, costruito da Zorobabele dopo il ritorno degli ebrei dalla cattività babilonese. La caduta della città fu preceduta da una terribile carestia, che costò anche centinaia di migliaia di vite e fu accompagnata da eventi mostruosi, tra cui il cannibalismo, che viene coloratamente descritto dallo storico ebreo Giuseppe Flavio. Per gli ebrei, questo evento è considerato una delle catastrofi più terribili della storia sacra.

L’Unione di Krewo

Il 14 agosto 1385, le autorità di due stati medievali vicini – Polonia e Lituania – si incontrarono al castello di Krewo, che si trova sul territorio dell’odierna Bielorussia, e conclusero un patto storico, una unione. L’alleanza tra i due stati confinanti e molto influenti dell’epoca fu suggellata dall’unione matrimoniale tra la regina di Polonia Jadwiga, l’ultima della dinastia Piast, e il principe pagano lituano Jagiello. In quel momento sembrava un’ottima soluzione geopolitica, poiché consentiva a due stati precedentemente ostili di concentrarsi sulla soluzione di problemi più importanti: resistere all’Ordine Teutonico situato nelle vicine regioni baltiche e rafforzare l’influenza della Lituania ad est, sotto il dominio dei mongoli e sotto il controllo dei principi russi, vassalli dei mongoli.

Merkel, uno sguardo d’addio

Putin ha sempre avuto una certa simpatia per la Germania. Questa è la sua esperienza personale, la sua conoscenza del paese e della lingua, e l’orientamento geopolitico verso la costruzione di una Grande Europa – da Vladivostok a Dublino – dove la Germania è chiamata oggettivamente a svolgere il ruolo di primo piano. La Germania è il cuore dell’economia sovrana europea, come la Francia nel mondo del dopoguerra – soprattutto sotto De Gaulle – è stata tradizionalmente il cuore della politica sovrana. L’alleanza franco-tedesca divenne la base dell’Europa unita. Inizialmente, è stato pianificato in modo molto diverso da quello che si è rivelato: l’Europa avrebbe dovuto diventare un polo indipendente di un mondo multipolare, indipendente sia da noi (Russia, N.d.T.) che dagli Stati Uniti, mantenendo al contempo legami di amicizia con entrambi. Negli ultimi trent’anni l’Europa non è dipesa molto da noi, ma dagli Stati Uniti, al contrario, in misura eccessiva.

Peter Mamonov, quando l’abisso sibila

Durante la pandemia, abbiamo cominciato a perdere personaggi famosi non uno per uno, come al solito, ma in blocchi interi, il che è molto triste. Non abbiamo tempo per riprenderci da una perdita, che subito dopo ne arriva un’altra. Luglio è stato particolarmente preoccupante. Conoscevo molti di coloro che sono di recente morti personalmente e guardavo gli altri con interesse e attenzione per molti anni.

L’ecosistema di guerra ibrido: la Russia sotto attacco

Un anno fa, nell’agosto 2020, il Dipartimento di Stato americano ha pubblicato un rapporto speciale intitolato Colonne di disinformazione russa e l’ecosistema della propaganda. Il rapporto ha «svelato» i media russi e i singoli siti, dalla solida RT ai miei modesti (soprattutto risorse filosofiche come geopolitica.ru e account personali sui social network), che sono stati accusati di voler diffondere l’influenza russa nel mondo, rimpiazzando e limitando l’influenza delle strutture informative globali occidentali. Allo stesso tempo, ovviamente sotto l’influenza di questa relazione, i miei account su YouTube, Twitter e persino la posta su Google sono stati disattivati.

L'afrocrazia : per un nuovo paradigma di rinascimento africano

All'epoca il mondo era diviso in due blocchi bipolari : ad Est vi era il blocco comunista sovietico e ad Ovest il blocco capitalista occidentale. In quel contesto di guerra fredda, le neo-Nazioni africane furono costrette a scegliere una posizione ben precisa affinché potessero essere riconosciute e sostenute di fronte al nuovo male che stava emergendo, ossia il neocolonialismo occidentale. Non si può negare che l'Unione Sovietica sotto la guida di Nikita Krusciov apportò un grande sostegno ai movimenti di liberazione anti-colonialisti in Africa, ma ciò fu effettuato in un'ottica prettamente ideologica, poiché era necessario diffondere ovunque sul continente africano gli ingredienti del marxismo-leninismo. Personalità rispettabili panafricaniste come Ahmed Sékou Touré (primo presidente della Guinea), Kwame Nkrumah su alcuni aspetti (primo presidente del Ghana)  o Mathie Kérékou (primo presidente del Benin ) optarono per questa via. Tuttavia, non tutti i dirigenti africani accettarono il marxismo-leninismo, poiché ritennero che fu un pensiero troppo limitato per le necessità degli africani, nonostante promuovesse buone idee, che sono tuttavia l'essenza dell'umanismo panafricano, come la solidarietà, l'anti-capitalismo, la sovranità popolare e l'anti-imperialismo. Il rifiuto dell'eterna lotta di classe e l'accettazione della religione come parte integrante delle società tradizionali africane, costituivano il punto di distacco principale tra il socialismo africano e il marxismo di stampo sovietico. Fu questa dinamica epistemica che spinse alcuni dirigenti africani a costituire un ''socialismo con caratteristiche africane'' : tra questi possiamo citare Julius Nyerere (primo presidente del Tanzania) che teorizzò nel libro ''Ujamaa : Essays on socialism'' , un socialismo senza marxismo e senza capitalismo. La sua concezione di Ujamaa doveva basarsi sul comunalismo, perché considerava che le società africane erano comunitarie e comunaliste, non comuniste, si praticava l'uguaglianza, il solidarismo, la condivisione e la fratellanza con tutti.

Sovranità ideologica in un mondo multipolare

Oggi, a causa dell’inerzia del mondo unipolare (che a sua volta eredita l’ideologia di uno dei poli dell’Occidente capitalistico bipolare), il liberalismo mondiale, in una forma o nell’altra, mantiene la funzione di sistema operativo di pensiero. Finora, nessuno dei poli emergenti a pieno titolo – cioè né la Cina né la Russia – ha sfidato il liberalismo nel suo insieme; sì, la Cina rifiuta la democrazia parlamentare, le interpretazioni occidentali dei diritti umani, la politica di genere e l’individualismo culturale; la Russia, invece, insiste con forza, innanzitutto sulla sovranità geopolitica, anteponendo il diritto nazionale al diritto internazionale, e comincia sempre più ad inclinarsi verso il conservatorismo (ancora vago e non articolato); allo stesso tempo, sia la Russia che la Cina (soprattutto quando agiscono insieme) sono in grado di assicurare concretamente la loro sovranità a livello strategico e geopolitico. La questione è minuziosa: passare finalmente alla multipolarità ideologica a tutti gli effetti ed opporsi all’idea liberale, che sia l’idea russa e l’idea cinese.

Genius loci: figure, simboli etimologici

Genius loci – lo spirito del luogo o lo spirito-padrone – è un concetto universale che in una forma o nell’altra troviamo in quasi tutte le culture, dalle più semplici a quelle più sofisticate e differenziate. Nella tradizione romana, lo spirito del luogo era rappresentato da una creatura antropomorfa (genio), i cui attributi classici erano la cornucopia, la fiala e una coppa senza impugnatura impiegata per libagioni rituali (patera). Spesso il gruppo iconico includeva l’immagine di un serpente e talvolta un altare per i sacrifici. L’intero gruppo costituiva un unico insieme, incentrato sul momento della cerimonia, il sacrificio, finalizzato a conseguire un risultato positivo: protezione, aiuto, acquisizione di beni.

La Russia sta tornando in Medio Oriente a favore di un sistema multipolare

Durante gli ultimi vent’anni di governo del presidente Vladimir Putin in Russia, il Paese ha in parte ripreso vigore. In netto contrasto con il primo mandato contemporaneo di Eltsin, la Russia non ha seguito incondizionatamente alcun sistema in Occidente e ha guidato le sue politiche sovrane. Ma questa volta, la Russia sta riacquistando la sua forza solo come superpotenza geopolitica, come una potenza terrestre, da cui deriva il concetto di Eurasia, e l’Eurasia in generale.

Etnosociologia: il fondo etnico della societá

Nelle pagine di Etnosociologia vi è il filo rosso del multipolarismo e della visione eurasiatica come stile di pensiero, che diventa azione culturale concreta, di cui il filosofo russo è straordinario interprete. Grande importanza è data alla definizione di Etnos. Tutto parte da questo punto. Il prof. Dugin non si è assolutamente risparmiato, consentendo nel corso dell’opera di avere ben fissato tale concetto, e rendendo possibile non solo la prosecuzione della lettura in maniera tale da interiorizzarla al meglio, ma soprattutto la decodificazione chiara dei processi che hanno innescato la post modernità fino dalle sue origini.

Ciò che il governo mondiale vuole

Oggi parleremo di quelle teorie del complotto che vengono censurate sempre più severamente nei diversi stati. Scrissi il libro Cospirologia e, nei primi anni ’90, introdussi questo termine nel linguaggio delle scienze politiche russe. Questa è, in linea generale, una parola americana. Inoltre, in uno dei miei primi discorsi alla Sorbona, ho proposto di introdurre questo termine in francese, perché i francesi usavano il termine cospirationnisme, ma non quello inglese cospirology.

Il posto dell’Europa in un mondo multipolare: elementi per un pensiero populista e rivoluzionario

L’emergente mondo multipolare è una rivoluzione geopolitica che non segna soltanto un cambio di paradigma rispetto al breve momento unipolare statunitense cominciato nel 1991, ma anche la fine dell’egemonia occidentale. Il cambiamento in corso verso la multipolarità favorisce le differenti civiltà in opposizione al progetto liberista della globalizzazione. Laddove la globalizzazione cerca di unificare il mondo sotto un unico sistema politico, la multipolarità esalta la diversità dei vari sistemi politici, delle varie ideologie e delle varie civiltà.

Michail Bakunin: il segreto dell'anarchismo russo

Mikhail Bakunin nacque il 30 maggio 1814 e divenne un autore ripudiato da tutti in Russia. I conservatori lo disprezzavano perché attaccava la monarchia; i bolscevichi la rifiutarono perché odiava Marx ed era panslavista e nazionalista russo; I cristiani ortodossi erano inorriditi dalla sua empietà; gli atei lo consideravano un mistico che predicava la strana idea di un uomo interiore.

Logos 3D

La struttura moderna del sapere, i cui principi sono stati stabiliti all’inizio della modernità, si concentra su un rifiuto coerente della gerarchia. Lo si vede più chiaramente nel nominalismo, che ribalta la tassonomia ontologica che risale ad Aristotele (individuo, specie, genere – individuum, specie, genus), a favore di una livellata equalizzazione tra di loro di tutte le cose prese sotto il modus hicceitas, la quiddità secondo Duns Scoto. Da qui si è già ad un tiro di schioppo dal positivismo logico di Bertrand Russell e del primo Wittgenstein. La negazione nominalista dell’ontologia della specie, l’eidos (per non parlare delle idee platoniche scartate ancora prima) porta un messaggio epistemologico molto importante: d’ora in poi, la conoscenza scientifica si baserà su un’immagine piatta, piuttosto che tridimensionale, dell’esistenza. Da logoi tridimensionali, stiamo passando a logoi bidimensionali.

È l’ora di combattere le élites globali dappertutto

Il 29 giugno, la comunità mondiale celebra la Giornata dei partigiani e degli insorgenti, la giornata dei “nascosti”. Mi piace l’idea. Nessuno può avere la garanzia di trovarsi nella posizione di una minoranza perseguitata, costretta a vivere nella clandestinità e a condurre uno stile di vita partigiano. I proverbi russi dicono: non si è mai troppo sicuri di evitare la povertà accidentale o la prigionia. Non dipende solo dalla nostra volontà. C’è dell’altro. Il destino.

La Massoneria oggi, le sue vittorie e i suoi nemici

Va notato che la corporazione dei liberi muratori («Freemason» in inglese, «le maçon» in francese che significa «lavoratore», «costruttore») erano conosciute nel Medioevo, così come i rappresentanti di altre professioni, riunite in corporazioni chiuse – le officine. Queste corporazioni erano segrete e potevano essere raggiunte solo passando un’iniziazione speciale. Oltre ai muratori stessi, c’erano le logge segrete di calzolai, pittori, castellatori, viticoltori, vetrai, ma anche spazzini e mendicanti. Sono stati talvolta chiamati con il termine generico «companionship», «le compagnonage.» Ogni professione aveva i propri riti e simboli, il più delle volte riconducibili alla storia biblica, ma spesso nella sua versione apocrifa. Inoltre, il simbolismo pre-cristiano potrebbe facilmente essere rintracciato ovunque. La caratteristica principale di Massoni e compagni era la loro appartenenza al Terzo Stato. I sacerdoti e l’aristocrazia avevano i loro ordini speciali e unioni segrete. Allo stesso tempo, le corporazioni medievali di artigiani, che vivevano prevalentemente nelle città, si differenziavano anche dalle comunità contadine, che in questo periodo si univano talvolta in gruppi mistici con le loro leggende, simboli, riti e dottrine.

Quali radici?

Non sono mai stato un seguace del pensiero eurasiatista, ma nell’inarrestabile avanzata della desertificazione neuronale coltivata ad hoc dal pensiero unico liberalcapitalista, ben pochi sembrano essere i segnali della presenza di intelletti in grado di ragionare secondo una impostazione non liberal e non anglosassone ed il Professor Dugin è uno di questi. Ed è quindi doveroso portare un’altra pietra verso la costruzione di un pensiero radicale che sia utile a differenti comunità di destino.

Anatomia del Giappone moderno

L’archetipo di Mishima nella cultura giapponese del dopoguerra fu il più alto esempio di sottile dialettica, in cui la peculiare combinazione del liberalismo modernista incorporata con una serie di aspetti matriarcali dello shintoismo divenne chiaramente evidente. Così, fu costruita una nuova cultura giapponese, in cui tutto ciò che era propriamente giapponese, legato all’autentica identità giapponese, era proibito, perverso o sostituito. Questa cultura, che diede nomi brillanti nella letteratura, nel cinema, nella musica, ecc., si basava sul rapido degrado dello spirito tradizionale giapponese, sulla profonda disintegrazione dei simboli celesti, dissipando tutto entropicalmente in particelle infinitamente piccole. Era una cultura in decomposizione che affascinava l’Occidente in gran parte per il suo esotismo, velocità e originalità. Gli intellettuali giapponesi del dopoguerra, che decisero di “aspettare ancora un po’…”, resero tutto questo ancora più doloroso e perverso.

Circa l’essenza deicida della scienza moderna

Di solito questo momento è considerato un dramma di una visione del mondo scientifica progressista nella lotta contro l’arretratezza medievale. In effetti, fu uno degli episodi della storia dell’Europa occidentale dell’atto di deicidio protrattosi per diversi secoli. Quando nel diciannovesimo secolo Nietzsche proclama “Dio è morto, tu l’hai ucciso, tu e me!”, sta solo affermando un fatto compiuto. Inoltre, si prenderà coraggiosamente la colpa su se stesso, cercando in qualche modo di vivere, pensare, creare con questa insopportabile conoscenza dell’abisso aperto dal nichilismo occidentale. Se non c’è Dio, allora non c’è niente. Se la terra è rotonda, materiale e gira intorno allo stesso sole materiale nell’infinito – e ancora – puramente materiale! – spazio, allora non c’è Dio.

La realtà non è reale

Husserl insiste che sottoponiamo tutte le scienze moderne a un serio ripensamento fenomenologico, a una revisione - altrimenti cadiamo costantemente sotto l'ipnosi dell'ingenuo 'mito della realtà', e anneghiamo nei paradossi fino a raggiungere l'orizzonte della teoria della relatività o della meccanica quantistica, dove le precedenti visioni meccaniche vengono respinte.

Vertice Putin-Biden: sempre meglio della “W-word”

L'incontro di Putin con Biden chiaramente non è andato bene. Nessuno degli analisti e degli esperti si aspettava da esso alcuna svolta o segnale rassicurante, sebbene la cosa peggiore sarebbe stata l'assenza di un tale incontro. Se i leader di due potenze mondiali chiaramente ostili si incontrano faccia a faccia, significa che almeno non c'è guerra; certo, la vera guerra potrebbe scoppiare da un momento all'altro: quando Biden e la sua agenda estremista liberale del Grande Reset strapparono la presidenza a Trump, questo rischio aumentò drasticamente.

Carl Schmitt per il XXI secolo

Nella sua opera magna Il concetto di Politico, Carl Schmitt lodava una dura critica dell’ideologia liberale e preferiva il decisionismo competitivo ad essa, ecco perché, secondo i critici di Schmitt, tutto il testo è pieno di sfumature autoritarie. Non si può tuttavia negare che è stata la filosofia politica radicale di Schmitt ad aprire la strada alla rivoluzione conservatrice in Europa, tant’è che ancora oggi i suoi scritti sono considerati uno dei maggiori contributi al campo della filosofia politica del XX secolo.

La metafisica della nostra battaglia

Nel mentre che combattiamo, dobbiamo porci una domanda: qual è l’orizzonte metafisico della nostra battaglia? Non basta confutare e rigetta la postmodernità e ciò che essa ha portato, non è sufficiente sguainare spade contro il transumanesimo e il biopotere, a poco serve blaterare di eresie e diabolicità: questi elementi devono essere fondati su un qualcosa di più essenziale.

L'egemonia culturale di sinistra? Bisogna leggere "Etnosociologia"

Abbiamo dovuto attendere Aleksand Dugin, con il suo *Etnosociologia* che, riannodando i sottili fili dell’antropologia, dell’etnologia e della sociologia, si potesse giungere a fruire di una esaustiva teoria sociologica capace di orientarci nell’attuale complicata situazione sociale a livello planetario e nazionale. Dugin con il suo *Etnosociologia* compie metodologicamente la stessa operazione già compiuta da Carlo Terracciano in ambito geopolitico. Nella prima parte della sua opera prima di tutto illustra le teorie dei vari maestri della sociologia, quindi le scuole e i vari intrecci e solo dopo passa ad esporre la sua teoria.

Carl Schmitt e la crisi della Democrazia liberale

Oggi, il liberalismo morente e la democrazia liberale disfunzionale di fronte al crescente ordine mondiale multipolare dimostrano chiaramente che la cosiddetta distopia del politically correct del liberalismo era una farsa. Dopo la fine della guerra fredda, fu il famoso commentatore di Carl Schmitt, Garry Ulmen, a prevedere l’ordine mondiale del post guerra fredda dal punto di vista Schmittiano.  Secondo Ulmen, l’ordine mondiale del post guerra fredda sarà plasmato dal dibattito concertato tra «la fine della storia» e lo «scontro di civiltà» di Huntington.

Intervista al filosofo russo Alexander Dugin. “Tutte le società dovranno riorganizzarsi sulla base della loro storia, libere da ogni dogmatismo”

Ci ha parlato di una terribile lotta tra un mondo morente e una nuova realtà emergente. Tra l’agonizzante sistema unipolare, che fa capo alla UE e agli Stati Uniti di Biden, e il sistema multipolare, costituito dal blocco Eurasiatico.
Dugin ipotizza un mondo nuovo, un mondo più giusto. Un mondo nel quale i popoli possano organizzarsi secondo la loro storia, la loro cultura, la loro religione senza dover rendere conto a un potere centrale soffocante e indifferente.

Dante Alighieri cancellatto

Vente e cinque Maggio è il compleanno di Dante. Ma in Occidente non lo festeggiano più.
è semplicemente pericoloso. Come mai, vi chiederete? Dante è il simbolo della poesia occidentale, il classico di fama mondiale. Sì, è vero. Ma anche questo genio medievale italiano non è stato risparmiato dalla ghigliottina del politicamente corretto.
Quando la Divina Commedia è caduta nelle mani di rabbiosi sostenitori dei diritti umani, liberali e globalisti, loro hanno scoperto che l'opera di Dante era politicamente scorretta. E questo è quanto. Dante non c’e più. È diventato l'ennesima vittima della pulizia culturale liberale. Le sue opere possono ora essere stampate solo con estratti e disclaimer -  "contenuto non politicamente corretto all'interno".

Eventi in Palestina: la fine è più vicina che mai

Gli eventi in Palestina sono al centro dell'attenzione dei media mondiali. L'escalation del conflitto tra israeliani e palestinesi ha raggiunto un calore senza precedenti negli ultimi giorni.
È importante sottolineare che non solo gli israeliani stanno massacrando i palestinesi, ma anche i razzi lanciati da Hamas stanno raggiungendo i loro obiettivi. Anche gli israeliani stanno perdendo la vita.
Il riaccendersi del conflitto arabo-israeliano fa risorgere ancora una volta tutta una serie di inquietanti trame apocalittiche. Tutte tre le religioni monoteiste mondiali - ebraismo, cristianesimo e islam - sono d'accordo che la fine del mondo inizierà con una grande guerra in Terra Santa. Quindi la fine è più vicina che mai.

MANIFESTO DI UNIONE D’INTENTI CON IL MOVIMENTO INTERNAZIONALE EURASIATISTA

Siamo consapevoli del cambiamento e del compimento dei tempi, in questa fase di passaggio epocale fra Vecchia e Nuova Era, dove l’avvento del Grande Reset ci chiama ad un Grande Risveglio che, come grido nella notte, ci interroga su quale nuova alba dare al mondo intero. Comprendiamo la necessità di un ripensamento radicale di tutti gli schemi e di tutti i paradigmi del vivere umano in termini di linguaggio, metodi, categorie, immagini, modi di pensare e di conoscere, nonché l’idea stessa di politica. Senza rinnegare il retroterra culturale di ciascuno, con le proprie singolarità ed esperienze storicamente determinanti, comprendiamo l’urgenza di un superamento che permetta di costruire Uomini Nuovi e un Mondo Nuovo, nell’istante prolungato di pre-futurità che stiamo vivendo. 

Anarchia. Un’idea necessaria (Da Eraclito ad Alexandr Dugin. Passando per Proudhon)

Da ragazzo avevo anch’io l’A cerchiata disegnata con il pennarello nero sullo zaino Invicta. Devo dire che tale segno da una parte mi affascinava ma dall’altra mi turbava, mi disturbava. Me lo aveva disegnato l’amico Giovanni Rossi, il primo anarchico che conobbi. Per molti anni l’unico. Un ragazzo intelligente, creativo, pallido, ma nel contempo sorprendente. Aveva un qualcosa di inquietante. La sua lucidità spiazzava. La sua contestazione radicale e spontanea di ogni istituzione e credo mi inquietava. Uno spirito imprevedibile, fluido, non classificabile. Non era il suo il solito naturale ribellismo adolescenziale ma possedeva l’asprezza lucida e mite della consapevolezza. Era uno di noi, nessun segno apparente. Era il tempo dei paninari. Nessuna moda in lui però attecchiva veramente. Gli scivolava sopra. Era uno di noi ma era nel contempo del tutto differente nel suo libero pensiero. Oggi è il cantante e guida di un gruppo rock molto interessante: gli Ufo Mammut.

Tutte le società dovranno riorganizzarsi sulla base della loro storia, libere da ogni dogmatismo

Viviamo in un momento critico e cruciale e siamo in piena transizione dall’ordine che si era creato negli anni Novanta del secolo scorso, dopo il crollo dell’Unione Sovietica. L’Unione Sovietica esisteva nel contesto del bipolarismo. Dopo il crollo di questo, si affermò un ordine unipolare che è durato, più o meno, fino al momento attuale.

Ma vent’anni fa prese corpo un processo alternativo che vide l’autoaffermazione di due poli alternativi all’unico polo atlantista: la Cina e la Russia. La Cina e la Russia appartengono all’Eurasia. Sono due grandi potenze che hanno cominciato a riaffermarsi e sono ritornate sulla scena storica come poteri indipendenti. All’inizio erano in competizione tra loro, ma a poco a poco hanno capito che per uscire dall’influenza occidentale era necessario creare un patto eurasiatico e affermare un ordine mondiale multipolare.

Liberalismo 2.0

Nel momento storico presente, possiamo chiaramente distinguere un fenomeno molto importante: una nuova virata dell’ideologia liberale. Come tutte le altre ideologie politiche, il liberalismo è in costante cambiamento, ma in certi momenti possiamo coglierne variazioni paradigmatiche che ci danno il diritto di affermare: qui qualcosa sta finendo e qualcos’altro sta cominciando. Questo è il prossimo-momento, il momento successivo. È spesso accompagnato dalla caduta di un determinato regime politico o di un equilibrio di potere dopo una grave guerra – ad esempio una guerra mondiale – e così via, ma a volte passa inosservato a livello subliminale latente. Sicuramente, si possono sempre distinguere alcuni sintomi dei cambiamenti prodotti, ma la loro profondità e il fatto di aver raggiunto il punto di non ritorno restano per il momento oggetto di discussione.

Mitogonia. Il ritorno anagogico dell'Epos

La modernità ha ucciso l'eternità e la postmodernità ha ucciso il tempo. Ma il futuro è predeterminato dalla struttura del soggetto. Il futuro ha senso anche prima di avvenire. Ancor di più, ha senso perfino se non avviene.

L'essenza mitogonica dell'arte rappresenta la base di ogni idealità. Mitogonia significa direzione di senso, percezione di un Fato, espressione di una destinazione e di una dedicazione, scelta non reversibile, compimento di un rito propiziatorio, risuonare di una volontà. Per questo l'arte è sempre contemporanea, perchè si apprezza quale concrezione dello spaziotempo nell'assolutezza del determinato. Oggi questo cuore della genesi della visione estetica incontra una grande criticità: il situazionismo quale ideologia, il “mondo quale remake”, il modello reificante e uniformante della società liquido-aerea. 

MANIFESTO DEL GRANDE RISVEGLIO. CONTRO IL GRANDE RESET Schede primarie

Abbiamo così determinato la nostra posizione sul piano storico. E nel farlo, abbiamo ottenuto un quadro più completo di ciò che è il Grande Reset. Esso non è altro che l’inizio dell’“ultima battaglia”. I globalisti, nella loro lotta per il nominalismo, il liberalismo, la liberazione individuale e la società civile, si presentano come “guerrieri della luce”, che portano alle masse progresso, liberazione da migliaia di anni di pregiudizi, nuove possibilità – e forse anche l’immortalità fisica e le meraviglie dell’ingegneria genetica.

Chiunque si opponga a costoro è, ai loro occhi, parte delle “forze delle tenebre”. E secondo questa logica, i “nemici della società aperta” devono essere affrontati in tutta la loro severità. “Se il nemico non si arrende, sarà distrutto”. Il nemico è chiunque metta in discussione il liberalismo, il globalismo, l’individualismo, il nominalismo in tutte le loro manifestazioni. Questa è la nuova etica del liberalismo. Non c’è niente di personale. Tutti hanno il diritto di essere liberali, ma nessuno ha il diritto di essere altro.

Astrazione e differenziazione in Julius Evola

Evola parla di arte astratta, ma per lui tutta l’arte – l’arte in sé – è astratta. A differenza della filosofia, della metafisica, della religione o della morale, l’arte è per Evola un campo astratto, una zona dell’astratto. O l’arte è astratta o non è. Davvero? Non è un’esagerazione? Qui dobbiamo far riferimento a qualcun altro. A Martin Heidegger, per la precisione. Filosofo dei filosofi, principe dei filosofi, filosofo per eccellenza (che, tra l’altro, Evola non capì né apprezzo; tuttavia, le omissioni dei grandi uomini chiedono di essere decifrate e comprese, mai condannate), Heidegger credeva che lo spirito avesse due vette – la filosofia e la poesia (più in generale, l’arte). Sono differenti: le persone che le hanno scalate vedono tutto in modo diverso, da diverse angolazioni. Eppure sono simili: si collocano entrambe molto al di sopra della valle degli uomini comuni. La filosofia opera con la ragione: a prescindere da come la tratta, dal suo essere più o meno inventiva, sta di fatto che si occupa solo di essa. La poesia, invece, ha a che fare con qualcos’altro… Verrebbe da dire “follia”, ma sarebbe prematuro, per quanto non così lontano dalla verità… Heidegger credeva che la filosofia si concentrasse sull’Essere. E l’arte? Cosa illuminano i suoi riflettori? Heidegger rispose: il sacro (Heilige). Forse è un indizio. Evola parla di “arte”, Heidegger di “sacro” e “follia”. Questa definizione comprende Arte astratta? Ne sono certo. È il massimo che si possa fare. L’arte per Evola è quella vetta, lontana dalla valle e dalla gente comune, in cui le cose si percepiscono in modo sovrarazionale, direttamente, per come sono, nella rugiada dorata del mattino di una pura e attiva follia aristocratica. Una follia sovrumana. Optando per l’arte, Evola sceglie il sacro. Lo vedremo confermato in tutto il suo lavoro futuro. In realtà, a prescindere dalle cose di cui si è occupato, il Barone ha sempre scritto sul sacro. Così come Heidegger, attratto dalla poesia, Evola, uomo del sacro, creatore d’arte sacra, d’arte reale, tendeva alla razionalizzazione e alla filosofia. 

Maschera e persona. Note a margine del Volto Eterno

La “morte di Dio” e l’occultamento nichilistico del sacro nella modernità, la cui fenomenologia è splendidamente delineata in Cavalcare la tigre, rendono tuttavia impraticabile, per l’uomo del Novecento, e ancor più per quello del nuovo millennio, l’utilizzo rituale della maschere tradizionali nel gioco/rito della rappresentazione sacra. Eppure rimane, inscritta nella carne del singolo, la sua potenzialità di assurgere a maschera, ossia a persona autentica: ecco la chiave tramite cui l’uomo differenziato può ancora accedere a un’antropologia non moderna nel cuore stesso del moderno: «L’uomo in quanto persona (=maschera) si differenzia già per questo dal semplice individuo, ha una forma, è se stesso e appartiene a sé stesso». Per elaborare questo itinerario nel centro nevralgico del nichilismo moderno, Evola riprende, non a caso, immagini ed exempla tratti da orientamenti spirituali e filosofici caratterizzati da una radicale interiorizzazione del rituale – sempre in senso cosmico-esoterico, e non soggettivistico, tuttavia: lo stoicismo e il Buddhismo Zen configurano, al di là delle distinzioni specifiche, l’attitudine operativa paradigmatica dell’uomo differenziato.

La nostra guerra epistemologica

Il mio amico italiano del sistema accademico mi ha inviato commenti estremamente importanti su come vengono implementate censura, deplatforming e cancellate la cultura nel sistema educativo globale in ambito filosofico.

Ecco la traduzione delle sue ottime osservazioni:
1. Censura (deplatforming, cancellazione) di Hegel e propaganda di Schopenhauer.
2. Censura (deplatforming, cancellazione) della linguistica scientifica / storica (F. Saussure G. Devoto) e della propaganda del linguaggio analitico (Russel, Chomsky, Kim).

L’asse archeofuturista di Aleksandr Dugin, da Platone a Heidegger

L’intera speculazione filosofico-politica duginiana è un coraggioso tentativo di squadernare inediti scenari ermeneutici, simbolici e narratologici grazie ai quali comprendere – e demiurgicamente orientare – un nuovo orizzonte comunitario di senso e destino.

Se la Quarta Teoria Politica rappresenta un cantiere aperto per l’elaborazione di una dottrina e prassi politica capace di oltrepassare le tre grandi narrazioni ideologiche del Novecento (liberalismo, comunismo, nazi-fascismo) secondo un asse archeofuturista che collega istanze tradizionali a scenari postmoderni, il Platonismo politico costituisce una formula per tematizzare nuovamente in senso assiale, tradizionale e organicista l’assetto del Politico, attraverso uno sforzo rivoluzionario-conservatore volto a ripensare sulla base di una “topografia verticale” e di una “politica trascendente” l’assetto complessivo della vita aggregata dell’uomo del nuovo millennio

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